Il maestoso Arco di Fondarca e la Grotta delle Nottole a Monte Nerone
Un anfiteatro roccioso con pareti alte fino a 80 metri e la Grotta delle Nottole contenente manufatti dell’età del bronzo.
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Un anfiteatro roccioso con pareti alte fino a 80 metri e la Grotta delle Nottole contenente manufatti dell’età del bronzo.
Sui Cupi di Fiamma, tra vecchie carbonaie, camminando sul greto del torrente è possibile ammirare 4 imponenti cascate e l’Orrido di 25 metri.
l Pajar del Diavolo, ovvero il Pagliaio del Diavolo, è un pinnacolo di roccia formatosi grazie all’azione erosiva degli eventi atmosferici. Immerso in un ambiente estremamente selvaggio, domina la “Vallata dell’Eremita” in un luogo ricco di celle eremitiche realizzate con grandi blocchi di pietra.
Caratteristico sentiero di bassa quota che incontra antichi mulini. Alcuni diroccati o in cattivo stato conservano tuttavia ben visibili le pale, altri in buono stato di conservazione sui quali è possibile entrare.
Il sentiero, che risale la Gola dell’Infernaccio, inizialmente passa tra alberi e poi procede a zig zag su un ghiaione prima di arrivare al caratteristico anfratto della Balza Forata o Foro della Madonna eroso dall’azione dell’acqua e del vento. Panoramico punto di osservazione sulla sottostante Piobbico.
Lungo il sentiero è possibile vedere alte cascate e profonde marmitte con le acque che s’inabissano nella forra sottostante. Attraversando un mulino diroccato si affrontano le ripide pendici del Monte Cardamagna da cui è possibile vedere i segni del tempo lontani mille anni. Il segno della terra e del fuoco nei ruderi del Castello della Carda, la “Cardaccia”, residenza in tempi di fulgore della nobile famiglia degli Ubaldini sotto il cui dominio fu scritta la storia di Apecchio e dei suoi territori. Altro segno, d’aria e d’acqua, nel rilievo della Colombara, il Mappamondo della Pace, opera in legno da Guinness dei Primati.
Lungo il sentiero è possibile notare lo strato di scisti bituminosi del “Livello Bonarelli”.
Dall’abitato di Serravalle di Carda si sale fino a raggiungere le sciovie, poco sotto la vetta del Monte Nerone.
Costeggiando l’impianto di risalita, proprio sotto il ripetitore della Rai si raggiunge la “cima Bibi” caratterizzata da un parcheggio circolare denominato “la Rotonda”. Da qui si avrà una vista a 360° su tutto l’ambiente circostante.
Il sentiero passa lungo una vecchia strada romana di comunicazione caratterizzata dalla pavimentazione in basolato prima di iniziare la salita che verrà ripagata dalla vista di alcune cascate, ed in particolare due, molto belle e copiose.
Infine ci si troverà al cospetto della grande croce illuminata che domina la vallata di Pianello di Cagli.
L’itinerario si sviluppa all’interno di una foresta demaniale dove sono presenti molti guadi, con la visita alla bellissima cascata della Gorgaccia dove l’azione erosiva e la morfologia degli strati hanno creato un attraente spettacolo.
Il sentiero si snoda sulla sinistra orografica della Gola dell’infernaccio e passa nei pressi di alcune caratteristiche grotte di Monte Nerone, come la Grotta dei Prosciutti situata, come la antistante Grotta dei Cinque Laghi nel bordo delle verticali pareti che precipitano nella Gola dell’lnfernaccio.
La lunga diagonale in leggera discesa giunge a mezza costa fino al Passo della Madonna, un caratteristico passaggio su roccette dove è incastonata, in una piccola nicchia, una statua della Madonna.
Vicino al caseggiato di San Cristoforo di Carda si erge la chiesa di San Cristoforo di Carda la cui prima costruzione risale attorno all’anno 1000. Questa chiesa ha una storia travagliata, distrutta più volte anche da una frana circostante, venne sempre ricostruita, e oggi risulta aperta al culto.
L’itinerario si snoda oltrepassando la chiesa S. Martino del Piano, già citata in un documento del 1230 dell’archivio vescovile di Città di Castello. Officiata alcune volte all’anno, è circondata da alcune vecchie case in pietra.
Più a monte è visitabile il Mulino Brincivalli, non più funzionante ma ben restaurato, situato in uno strettissimo meandro del Candigliano.
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