Il maestoso Arco di Fondarca e la Grotta delle Nottole a Monte Nerone

Un anfiteatro roccioso con pareti alte fino a 80 metri e la Grotta delle Nottole contenente manufatti dell’età del bronzo.

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Pieia è un piccolo borgo di case antiche risalenti al XVI-XVII secolo. Sorge alle pendici di Monte Nerone nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano. Ci si arriva agevolemente salendo la stretta strada asfaltata che la collega a Pianello di Cagli (PU). E’ possibile raggiungere l’arco di Fondarca partendo anche da Pieia in circa 15 minuti di cammino seguendo un tratto del comodo Sentiero Italia n. 15 (ex. sentiero CAI n. 20). Vndicazioni per il parcheggio disponibili qui. Vedi paragrafo “Il Sentiero Italia n. 15 a Monte Nerone”.

Il grande anello di Fondarca

Oggi vi presentiamo però un percorso alternativo, più completo: un anello molto interessante tra storia, grandi cascate e una splendida chiesetta affrescata.
Il nostro itinerario odierno parte quindi da Pianello di Cagli, dall’area picnic “La Chiusa” (indicazioni disponibili qui).  La prima parte del sentiero è lo stesso del percorso per raggiungere il “Cascatone” (leggi il percorso e gli approfondimenti sul trekking del Cascatone). In buona sostanza si tratta di risalire il torrente Giordano sulla sinistra (destra orografica) fino ad arrivare al Cascatone, un’imponente cascata di 6 metri. Si tratta di uno sbarramento realizzato in pietra “scaglia rossa” intorno agli anni ’20 per interrompere lo scivolamento a valle del pietrame trasportato dalle acque. 

Occorre superarlo aggirandolo grazie all’uso di un corrimano su cui tenersi per evitare di scivolare e cadere in acqua. In questo tratto del percorso è necessario avere passo fermo e assenza di vertigini. Continuando quindi la salita attraverseremo un manufatto circolare denominato Trottara dove venivano allevate le trote e gli scazzoni. Quest’ultimo è un buffo pesce dalla grande testa chiamato nel dialetto locale “Capisciotto” (sapientone).

Il Capisciotto è un pesce non molto diffuso ed è considerato indicatore della qualità dell’acqua, infatti non tollera le acque inquinate nemmeno parzialmente. Ci riteniamo infatti fortunati a poter ancora fare liberamente il bagno in questo stupendo torrente.  Non molto lontano tuttavia ci sono altri bei luoghi dove poter fare un bel bagno al fiume: San Nicolò e il Fosso Teria per citarne alcuni.

Continuando a salire arriviamo nel piccolo borgo di Pieia e trovandoci nella piazzetta davanti a una graziosa chiesa dedicata ai santi Luca ed Anna.

Rivolgendo le spalle all’ingresso della chiesa, sul lato opposto della strada ha inizio il sentiero 20 che in poco meno di 15 minuti ci conduce all’arco di Fondarca.

Il Sentiero Italia n.15 a Monte Nerone

Il sentiero pianeggiante costeggia inizialmente il campo di bocce e dopo circa 600 mt. arriva alla “fonte secca” dove alzando lo sguardo sulla sinistra si intravvederà tra gli arbusti l’arco di Fondarca. Da qui si dovrà salire per un breve ma ripido ghiaione che velocemente ci condurrà all’arco passando davanti alla Grotta delle Nottole.

La Grotta delle Nottole: un viaggio nell’età del bronzo

La grotta, posta poco sotto il grande arco di Fondarca, si presenta con l’ingresso ben esposto al sole, a bassa quota e vicina a un’abbondante fonte d’acqua (Risorgente del Giordano). Un ricovero perfetto in epoche passate per uomini e animali caratterizzato da un largo e ampio ingresso facilmente chiudibile all’occorrenza.

Uno studio iniziato nel 2001 dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche e continuato dall’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo ha riportato alla luce dal suo interno manufatti risalenti all’età del bronzo e conservati ora al “Museo Archeologico e della via Flaminia” di Cagli (PU).

Gli scavi sono ancora in corso quindi meglio procedere con attenzione e non interferire con le attività per vanificare gli sforzi compiuti.

Gli studi speleologici alla Grotta delle Nottole e all’Arco di Fondarca

La grotta si presenta oggi come una grande sala probabilmente facente parte di un grande sistema carsico che comprendeva anche l’adiacente Arco di Fondarca, una grande grotta a cui è crollato il tetto. Nel corso delle varie epoche questo sistema è stato smantellato dall’azione erosiva delle acque e dalle occlusioni effettuate dai detriti rendendo forse una grande grotta di Nerone ancora già esistita e franata oppure nascosta ancora all’interno della montagna.

Un recente studio effettuato dal Gruppo Speleologico Urbinate (GSU) ha individuato infatti l’esistenza di una risposta veloce tra evento meteorico e incremento di portata della risorgente del Giordano, situata poco sotto la Grotta delle Nottole. Quello che emerge è un modello assimilabile ad un acquifero che si sviluppa in un ambiente carsico evoluto, caratterizzato da condotti di una certa dimensione sui quali viene convogliata l’acqua di infiltrazione. L’acqua del versante di Piobbico che scava la Grotta delle Tassare è la stessa che riemerge nella risorgente del Giordano e questo fa dedurre la presenza di un circuito rapido che collega la zona di immissione con quella di riemersione, lasciando ipotizzare dei condotti con geometrie di dimensioni ragguardevoli. Evidenze che fanno presupporre l’esistenza di un sistema carsico sviluppato. Forse una grande grotta è esistita in passato, forse è ancora in fase di formazione, forse esiste già e attende solo di essere scoperta.

Anziani locali raccontano che all’interno della Grotta delle Nottole un tempo si sentiva lo scorrere delle acque sotterranee.

La visita virtuale all’Arco di Fondarca e alla Grotta delle Nottole

Il maestoso Arco nataurale di Fondarca

Proseguendo il sentiero, l’arco di roccia naturale si mostra in tutta la sua maestosità, proprio davanti ai resti del muro dell’Eremo di Font’Arco a Pieia dove nel 1927 venne rinvenuta un’antica campana in bronzo, come narrato dal Buroni nel suo lavoro sulla diocesi di Cagli. In questo luogo come attesta il ritrovamento di un atto di vendita del 1243 nell’archivio comunale di Cagli è esistita la Parrochia Sancti Arcolani de Frandarcoli confinante con la parrocchia di S. Michele Arcangelo di Cerreto.

L’anfiteatro di roccia

Oltrepassato l’arco vi troverete all’interno di un bellissimo anfiteatro di roccia con pareti alte fino a 80 metri. In epoche passate era, molto probabilmente, una grande grotta a cui in seguito è crollato il soffitto. Al suo interno sono presenti molteplici vie speleologiche di altezza variabile dai 20 ai 60 metri, utilizzate come palestra naturale dai gruppi speleologici locali.

La palestra speleologica

Al suo interno sono presenti molteplici vie speleologiche di altezza variabile dai 20 ai 60 metri, utilizzate come palestra naturale dai gruppi speleologici locali.

Nei pressi dell’arco naturale. Ritorno con visita alla chiesa di San Michele Arcangelo a Cerreto

Attraversando l’anfiteatro e uscendo dalla parte opposta, il sentiero si biforca, girando a destra è possibile salire sopra l’arco stesso, invece continuando diritti in discesa si arriva al di sotto di una falda sospesa che getta acqua tutto l’anno e dove con l’arrivo del caldo risulta difficile rinunciare ad una ‘doccia’ rinfrescante.

Un panorama selvaggio e spettacolare che fa di Pieia e dell’arco di Fondarca un posto unico nel suo genere.
Tornando sui nostri passi fino alla Grotta delle Nottole e proseguendo il “Sentiero Italia n. 15′ segnavia bianco/rosso raggiungiamo il cimitero di Cerreto e la chiesa di San Michele Arcangelo. Merita una sosta e la visita alla splendida chiesa con cicli pittorici dedicati a vari santi e realizzati in epoche diverse a partire dal 1300 circa, e alcuni dei quali ben conservati.

Il Virtual Tour della Chiesa di San Michele Arcangelo

Riprendiamo ora il cammino seguendo sulla destra guardando la facciata della chiesetta, fino a raggiungere la provinciale asfaltata tramite sentiero. Seguendola fino a raggiungere uno spiazzo (sulla sinistra) e scendiamo sulla destra verso il greto del torrente Giordano ed torniamo all’area picnic “La Chiusa”.

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La traccia GPS da Pieia all'arco naturale di Fondarca

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