Il versante sud di Monte Nerone, la Tana Baldina e il Grottone. Luoghi remoti e ricchi di mistero.
Si inizia la salita, un sentiero ghiaioso sale fra cespugli e piante di Faggio, Carpino e Ornello. Le limitate dimensioni dipendono delle caratteristiche povere del terreno. Habitat naturale di cespugli di Santoreggia, il cui effluvio profumato si sente ovunque ed aiuta la respirazione che si fa via via più difficile.
La pendenza del 30% circa ci invita a cadenzare un passo montano lento e coordinato con la respirazione. I discorsi sono ridotti al minimo e vengono ripresi non appena ci si accinge ad una delle frequenti ma brevi soste. Per rallentare la frequenza respiratoria.
Dopo mezz’ora di arrampicata su sentiero breccioso si prosegue verso destra, in parte in leggera salita ed in parte ancora verticale. Le soste ci permettono di osservare le case della sottostante Pieia che sono rincorse dalle chiazze di sole ed ombra.
Le tre divinità dei Pieienates
In una delle pause di riposo osserviamo la sottostante vallata, fissando lo sguardo sugli interessanti toponimi che ci indicano ancora le tracce dei Pieienates.
Localizziamo in basso a sinistra il Fosso Certano. Il nome deriva da Kerria, divinità antica italica che era preposta alla protezione delle messi, detta dagli antichi romani Cerere.
In basso presso i primi tornanti della strada, propio sotto l’arco di Fondarca c’è la sorgente di Fons Arculi. Nel periodo di piena è un vero fiume carsico che sgorga da sotto le rocce. Dalla Fonte di Ercole potrebbe trarre il nome Fondarca stesso.
Sulla destra, nella vallata oltre Pieia, nel boschetto che costeggia la strada bianca, c’è una piccola radura chiamata localmente Camp d’Cerbin Locc. Cerbini locus, luogo di Cerbino, divinità umbra. Probabilmente era la radura sacra nel bosco dedicata al dio Cerfio o Cerbio Marte.
Per gli antichi Umbri le divinità erano sempre associate in una triade.
Ecco le tre divinità della Tekvia Pieienates: Kerria, Arculi, Cerfio
A rafforzare questa tesi si intravede giù molto in basso, dopo gli ultimi tornanti della strada, proprio sopra il torrente, un vasto campo verde circondato da arbusti chiamato Tromanda. Un nome strano, ma con un significato ben preciso se si pone mente al fatto che nelle antiche carte compare come Campo Tri Mantis, che letteralmente significa tre indovini o tre sacerdoti.
Dalla preistoria siamo passati al periodo preromano, ai Pieienates che facevano parte della Tota Ikuvina ed abitavano la zona nel IV-III sec. a.c.
Il Corridoio Bizantino
Un cartello indicava un tempo di percorso di 20′ per raggiungere la Tana Baldina, ma noi abbiamo impiegato circa un’ora e venti minuti. Certamente non abbiamo proceduto lentamente, forse chi ha scritto il tempo di percorso non lo ha mai provato e si è limitato ad ascoltare qualche paesano, che se non era un grande atleta forse era un tantino approssimativo!
Soprastante Pieia, sulla destra, si staglia il grande ovale del Sasso del Re. In lontananza la collina con i resti di Rocca Bianca.Costruita fra il 570 ed il 600, ci porta al periodo Longobardo. La rocca era un punto di osservazione da cui i soldati longobardi controllavano il Corridoio Bizantino.
Il corridoio infatti passava nella vallata oltre il Serrone e da Massa si inerpicava verso Serravalle nel suo tratto più montano. Rappresenta il punto più stretto del collegamento viario fra Roma e Ravenna e che divideva quindi i Ducati Longobardi della Tuscia e quello di Spoleto e Benevento. (approfondimento: “La Via delle Rocche”, Urbania 1988).
Il Tour Virtuale della Tana Baldina
L’arrivo alla Tana Baldina a Monte Nerone
Ci siamo fermati in un primo anfratto, con il fronte orientato verso sud-sud-est che si apre sulla parete calcarea, forse quello individuato da alcuni cercatori di fossili ad inizio secolo come Grotta del Troppello.
(Grotta dell’abbondanza secondo l’idioma longobardo). Situata a una altitudine di 960 m. slm, è stata usata anche per il ricovero di capre e pecore nel periodo bellico per evitare che i soldati tedeschi durante il passaggio del fronte portassero via gli approvvigionamenti… Poco più avanti arriviamo a Tana Baldina, la Tana dei coraggiosi, secondo l’origine longobarda del nome.
Sotto lo sguardo della Dea Torsa
Con la fantasia mi piacerebbe mettervi a guardia la dea Torsa, antica divinità umbra che era preposta a spaventare i profani. Il nome significa appunto “la fuga”. Si tratta di una naturale scultura in cui gli occhi sono costituiti da fori nei quali si sono depositati dei bellissimi cristalli di calcite. Il cappello da fata è segnato da alcune fenditure per l’approvvigionamento dei cristalli.
Verso il Grottone e ritorno
Si prosegue oltre, ancora più in alto, a quota 1030 slm, e dopo aver attraversato un’esposta ma breve cengia su roccia che richiede passo sicura, siamo entrati nell’antro detto Grottone, dove abbiamo trovato anche resti di un accampamento con i pali di sostegno per il caldaio sopra i resti di un fuoco, segno che qualche moderno esploratore qui si è fermato. Continuando il sentiero è possibile tornare a Pieia passando attraverso i Sassi di Pieia e sotto Pian del Sasso, attraversando un folto bosco e costeggiando ripide pareti di calcare.
È possibile raggiungere il Grottone anche facendo il percorso contrario, tramite il Sentiero Luminoso che passa all’interno del bosco nel selvaggio ambiente di “Pian del Sasso”. Questo percorso evita di passare l’esposta cengia su roccia che conduce alla Tana Baldina.
Per coloro che fossero interessati ad approfondire vi consigliamo la lettura di [fonte]:
Pieia e Tana Baldina. Una passeggiata storico-ambientale sotto gli occhi della dea Torsa
di Ferdinando De Rosa e Floriana Bartolucci.
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Salve, vorrei anche chiedere qual’e’ il numero del sentiero perla Tana Baldina.
Grazie
Ciao M.Stefania, il percorso indicato prevede l’attraversamento di una piccola cengia esposta non assicurata che richiede passo fermo per arrivare al Grottone, situato dopo la Tana Baldina.
Puoi quindi salire alla Tana Baldina con tranquillità e senza particolari pericoli, seguendo la prima parte del percorso segnalato nella traccia GPS.
Lasciando alle spalle la piccola Chiesa di San Luca si sale per il sentiero che si inerpica davanti a te a sinistra chiamato “il Breccione”. (Per intenderci dalla parte opposta del sentiero che va a Fondarca) Al Bivio successivo teni la destra e in circa 1 oretta e 300 metri di dislivello raggiungi la Tana Baldina.
Attenzione perché quest’ultima rimane fuori sentiero e a un certo punto devi quindi lasciare il sentiero principale sulla sinistra per vederla. Trovi comunque dei cartelli in legno nel bosco che ti possono aiutare.
Poi per evitare il tratto esposto puoi tranquillamente tornare da dove sei salita.
Vecchio sentiero 21
seguendo la vs traccia non sono riuscito a proseguire. in alto sopra la Tana Baldina, su sentiero non segnalato, c’è un tratto (forse franato?) piuttosto pericoloso, aldilà sembra ci sia un frebile accenno di sentiero. non ho voluto rischiare, perchè se il traverso fino al Grottone era cosi, non era idoneo per la mia compagna….e forse anche per me. vi suggerisco di segnalarlo se ad un certo punto il giro diventa da stambecchi… 😉
flebile, correggo
Salve, vorrei sapere se per la Tana Baldina il percorso è libero o frenato, grazie.
*franato
grazie e buonagiornata
mirko renzoni