Non è un caso che le Tre Cime di Lavaredo siano il simbolo delle Dolomiti. Tre cime imponenti, che si ergono una affianco all’altra dominando tutto il panorama circostante. Il versante nord è senz’altro quello più noto. Ed è proprio a nord-est delle Tre Cime che si trova il Monte Paterno (2.649m), la cui cima è raggiungibile per mezzo di una breve via ferrata di media difficoltà, e dalla quale si gode di una visuale unica e privilegiata sulle Tre Cime.
L’itinerario che vi proponiamo inizia dal parcheggio del Rifugio Auronzo (2.320) e, con eccezione dell’ascesa attrezzata al Monte Paterno, è un lungo trekking escursionistico in uno dei contesti più affascinanti e ricchi di storia delle Dolomiti di Sesto e di tutto l’arco dolomitico. Il percorso incontra alcuni tra i rifugi più noti e internazionali della zona: il Rifugio Auronzo, il Rifugio Lavaredo, il Rifugio Locatelli e il Rifugio Pian de Cengia.
Fino al Rifugio Locatelli
Per chi raggiunge il Rifugio Auronzo in auto, è importante ricordare che la strada di accesso al rifugio prevede un pedaggio (25€ nel 2020) da metà primavera a metà autunno. In alternativa è possibile lasciare l’auto nei pressi del pedaggio e percorrere a piedi i successivi 5km.
La prima sezione dell’itinerario si svolge lungo la mulattiera con segnavia 101 che, dal Rifugio Auronzo, costeggia le Tre Cime in senso antiorario. Il tratto iniziale è pressoché pianeggiate; superato il Rifugio Lavaredo (2.344m), si sale agevolmente fino all’omonima forcella per poi proseguire, in saliscendi, fino al Rifugio Locatelli – Innerkofler (2.405m).
La via ferrata al Monte Paterno
Dopo una breve pausa al Rifugio Locatelli, indossata l’attrezzatura da ferrata (imbrago, longe, dissipatore, casco e luce frontale), seguiamo le indicazioni per il Monte Paterno – via ferrata De Luca – Innerkofler. L’attacco si trova sulla nostra sinistra avendo il rifugio alle spalle.
La prima sezione sale lungo le gallerie del Monte Paterno, testimonianza del teatro di guerra che durante il primo conflitto mondiale si svolse nelle Tre Cime. Superate alcune rocce con l’aiuto del cavo metallico, giungiamo alla Forcella del Camoscio (2.680m).
Al bivio nei pressi della Forcella del Camoscio ci teniamo sulla destra, da dove la via ferrata si biforca: il cavo di destra per salire, il cavo di sinistra per la discesa. Procedendo per facili rocce miste a sentiero non attrezzato, in poco tempo ci portiamo in vetta al Monte Paterno.
Il panorama dalla cima è completo e lascia senza parole. Non solo sulle Tre Cime di Lavaredo, ma anche sulla Croda de’ Toni, sul Monte Cengia, su Cima Una e sulle Dolomiti di Sesto in generale.
Dal Monte Paterno al Rifugio Pian de Cengia
Dalla cima torniamo alla Forcella del Camoscio scendendo per la via ferrata (questa volta lungo il cavo posizionato appositamente per la discesa). Raggiunta la forcella proseguiamo per la destra, lungo il sentiero attrezzato 101b, con divertenti passaggi su ponti sospesi e cenge scavate dall’uomo nella roccia, anche queste opere militari risalenti alla Grande Guerra.
Il sentiero prosegue costantemente su rocce e roccette, per guidarci fino al Pian de Cengia, dove si trova l’omonimo Rifugio – in tedesco Büllelejochhütte (2.528m) – crocevia per chi proviene dal Rifugio Locatelli e chi sale invece dalla Val Fiscalina e dal Rifugio Zsigmondy – Comici.
Complice il sole che a quest’ora si è fatto spazio tra le nuvole, il plateatico del Rifugio Pian de Cengia è perfetto per godersi un panino assieme ad una radler ghiacciata.
Dal Pian de Cengia è possibile raggiungere, con rapida e facile ascesa, la cima delle Crode Fiscaline, i cui strapiombi si gettano sulla Val Sassovecchio.
Il ritorno ai rifugi Locatelli e Auronzo
Scattata qualche foto adrenalinica sul baratro delle cime Fiscaline, scendiamo al Pian de Cengia e all’omonima forcella, dalla quale ci teniamo a destra lungo il segnavia 101. Il sentiero costeggia le pendici nord del Monte Paterno, scendendo dolcemente fino al Rifugio Locatelli costeggiando il Lago dei Piani.
L’ampio balcone del rifugio è ideale per un’ulteriore birra per integrare le fatiche fatte e ammirare le Tre Cime, fisse davanti a noi.
Da qui, è possibile tornare al Rifugio Auronzo seguendo il medesimo sentiero percorso all’andata. In alternativa si può tornare aggirando le Tre Cime in senso antiorario, a ovest, lungo il segnavia 105, così da collezionare in una stessa giornata una visuale da ogni angolazione delle Tre Cime.
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Buon giorno
Ho letto tutto il vostro articolo. Molto interessante molto probabilmente lo faremo a luglio in solitaria anche se avremmo preferito farlo con una giuda esperta. Voi sapreste consigliarci qualcuno?
Cordiali saluti
Grazie
Ciao Flavia!
Intanto grazie.
Conosco un paio di guide alpine di fiducia, se vuoi ci possiamo sentire in privato così ti do i contatti! Ti lascio mail e telefono: redazione@myoutdoor.it // 3483623453