Sono particolarmente legato al Monte Grappa e alle zone della grande guerra. Ho buoni amici speleo da queste parti e le cavità artificiali come le gallerie belliche mi appassionano da sempre. Per questi motivi è un percorso che volevo fare da tempo, una escursione dove si intrecciano amicizie e storie di soldati: la grande guerra tra il presente e il passato. Sono certo che andandolo a scoprire insieme mi capirete e vi verrà una voglia estrema di indossare gli scarponi e partire per questo magnifico trekking della grande guerra! 🙂
La giornata non è delle migliori, ci sono nuvole basse e un po’ di nebbia con l’incognita “accumuli di neve” che non ci permette di capire fino a che altezza potremmo spingerci, ma l’obiettivo è di raggiungere almeno la cima del Monte Palon a 1305 m s.l.m. Non dovrebbe piovere e la voglia di montagna è tanta. Appuntamento quindi al mausoleo di Canova a Possagno (330 m s.l.m.).
Il Canova decise di costruire a sue spese la chiesa e l’idea era quella di realizzare un maestoso edificio circolare dotato di pronao, richiamando il Pantheon di Roma, ma con colonne doriche come il Partenone di Atene. Purtroppo non riuscì a vedere la sua opera conclusa poiché morì prima di concludere i lavori. Negli anni successivi il progetto originario subì qualche modifica, anche per far posto al gruppo della Pietà e alla tomba dell’artista
Dopo una iniezione di energia alla Pasticceria Gelateria Aurora imbocchiamo il sentiero n. 195 bis verso il monte Palon.
Dopo i primi 200 metri di strada asfaltata, ci addentriamo nel bosco salendo costantemente ma mai in modo difficoltoso. La temperatura non è elevata ma la grande umidità e la cappa delle piante ci fa sudare tanto (non oso immaginare come possa essere in estate!).
I segreti di Castel Cesil: le trincee del fronte italiano della grande guerra
Dopo i primi 700 metri di dislivello, a quota 1100, poco prima di incontrare la strada che sale dal Piave, incontriamo le prime tracce di neve.
Qui ci concediamo la prima deviazione per soffermarci su qualche centinaio di metri di gallerie e trincee ottimamente ripristinate dall’Associazione Nazionale Alpini di Possagno.
Arrivati in cima a Castel Cesil e dopo aver lasciato il fitto bosco, restiamo ammaliati dal paesaggio avvolto nella neve fresca. Ora finalmente il panorama si apre davanti a noi e intravediamo tra la nebbia anche il Piave. Ecco quello che vedevano i nostri soldati, capisco ora l’importanza di queste postazioni, strategiche per studiare il comportamento del nemico.
La battaglia di arresto e l’offensiva italiana
Tutta la dorsale, da Monte Tomba, Castel Cesil, Monte Palon, Cima della Mandria a Cima Grappa formò una cerniera di massima resistenza per la difesa del fronte dopo la rotta di Caporetto nel novembre 1917.
Ancora frastornati dalla disfatta, l’esercito italiano posizionò le mitragliatrici e i cannoni frettolosamente a cielo aperto. Gli austroungarici tentarono l’irruzione con granate di grosso calibro, lanciafiamme e gas asfissianti ma le nostre postazioni di emergenza ressero il colpo nella “Battaglia di Arresto”. Se gli austroungarici fossero riusciti a superare il Grappa avrebbero dilagato nella pianura veneta costringendo gli italiani ad abbandonare tutto il Veneto compresa Venezia.
Solo nella primavera del 1918 furono terminati i lavori di scavo e l’artiglieria venne quindi posizionata in galleria. Dopo lunghi mesi di “calma” alle 3 di notte del 15 giugno 1918 migliaia di bocche da fuoco illuminarono la notte dando il via alla cosiddetta “Battaglia del Solstizio“. Dagli altopiani, dal Grappa e dal Piave le truppe austroungariche tentarono nuovamente lo sfondamento verso la pianura veneta, ma l’armata del Grappa ancora una volta respinse l’attacco.
L’offensiva italiana non tardò e il 24 ottobre 1918 alle 3 del mattino, l’esatto anniversario di Caporetto, le artiglierie italiane aprirono il fuoco concentrandosi sulla zona del Grappa per attirare tutte le truppe austroungariche e grazie a questo diversivo sfondare sul Piave, più a sud, verso il Montello. Il 26 ottobre il generale Caviglia riusci a passare il Piave e prendere alle spalle il nemico. La manovra riuscì e il 30 ottobre i nostri soldati raggiunsero Vittorio Veneto portando alla ritirata l’esercito austroungarico e ponendo fine alle ostilità.
Trekking della Grande Guerra: la salita al Monte Palon
Decidiamo quindi di spingerci più in alto risalendo tra neve abbondante le trincee e le gallerie del fronte italiano fino ad arrivare a Monte Palon. Alcune di queste gallerie sono state perfettamente recuperate e ripristinate con scale interne, postazioni per mitragliatrici e per cannoni.
L’accesso alle gallerie si presenta il più delle volte nel versante sud protetto dalle retrovie italiane, e le bocche di fuoco puntate a nord in direzione del monte Valderoa e Alano di Piave e a nord/ovest sul fiume Piave.
Raggiungiamo velocemente la cima del monte Palon dove è presente uno splendido museo a cielo aperto con trincee, gallerie, postazioni di artiglieria e rifugi. La vista ripaga lo sforzo fatto fino a questo momento (circa 1200 metri di dislivello positivo) e con un po’ di attenzione tra la neve riusciamo a capire come era posizionato il fronte, il ruolo di osservatorio strategico di queste postazioni ma soprattutto il lavoro titanico in galleria e trincea che ha permesso inizialmente di reggere l’attacco austroungarico e poi sferrare l’assalto decisivo del 24 ottobre 1918.
Continuando la salita si arriva alla Cima Mandria e al Boccaor, prima di raggiungere cima Grappa. Ma le condizioni della neve e del meteo non lo permettono. Dopo aver curiosato tra le gallerie e le trincee ci concediamo una breve pausa. Un panino, un caffè con la moka come di consueto e scendiamo lungo la strada facendo attenzione a non sprofondare tra gli accumuli di neve ventata, completando così l’emozionante anello tra uno dei luoghi chiave nella vittoria italiana della grande guerra.
Il terzo tempo dopo il trekking della grande guerra
Come sempre al termine dell’escursione vale la pena concedersi una birra per scambiarsi le opinioni sulla giornata e far fermentare le emozioni. Nella strada del ritorno abbiamo scelto, attratti dal nome, la “Birrosteria Icò “. Ci siamo bevuti una Inchnusa alla spina non filtrata e qualche patatina. Un locale con clienti locali in cui è possibile bere delle discrete birre e degli ottimi spritz a giudicare dagli avventori, ma d’altronde da queste parti lo spritz è sacro!
Sintesi
Dove | Massiccio del Monte Grappa (TV) |
Partenza | Tempio Canoviano di Possagno (TV) Google Maps: https://goo.gl/maps/ZeadehQqjvx6v82A6 |
Quando | Tutto l’anno ma consigliato in autunno/primavera |
Durata | Circa 5/6h con abbondante pausa panino e esplorazione delle gallerie |
Distanza | 13,5 km |
Dislivello | 1200m+ |
Difficoltà | Non difficile – ma sconsigliata a chi ha poco allenamento |
Tipologia di percorso | Primo tratto su asfalto e il resto nel bosco. Rientro per stradina sterrata. |
Attrezzatura | Zaino da 30 litri, bastoncini, giacca a vento guanti e cappello per il freddo |
Viveri | Panino crudo e asiago, acqua, frutta secca e cioccolato. (Non abbiamo trovato fontane durante il percorso) |
Rifugi e Bivacchi | Rifugio Monte Palon sulla vetta e Bivacco recuperato da una vecchia baracca ufficiali |
Punti ristoro | Colazione alla Pasticceria Gelateria Aurora, Birra post escursione alla Birrosteria Icò |
La traccia GPX del trekking della Grande Guerra sul massiccio del Monte Grappa
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