Il viaggio in bici da Venezia a Monaco in 7 giorni sta per diventare realtà!
Dopo aver passato alcune giornate a mettere a punto le bici e organizzare le borse finalmente si parte per la nostra avventura all’insegna della liberà. Non abbiamo vincoli, con noi solo tenda, sacco a pelo e lo stretto necessario per stare fuori casa e goderci ogni momento del viaggio. L’unica prenotazione fatta è quella del treno di ritorno da Monaco che 7 giorni dopo la nostra partenza ci riporterà a Venezia.
L’organizzazione è la seguente:
– Michele, con auto e portabici, parcheggia a Mestre in uno dei tanti parcheggi gratuiti nelle vicinanze della stazione e parte da là in modo da avere un mezzo di trasporto comodo per il ritorno.
– Lorenzo invece parte dal mare di Jesolo percorrendo tutta la ciclovia del fiume Sile.
Appuntamento a Quarto d’Altino a circa 30km da Jesolo, da dove ha inizio il viaggio insieme.
Dopo un’oretta di pedalata in solitaria ci siamo incontrati puntualmente davanti un buon caffè e una buona merenda in paese, per pianificare meglio la giornata e il tragitto. Ci rendiamo conto che entrambi dobbiamo prendere dimestichezza con le bici, siamo abituati ad un assetto diverso, a bici più leggere. Siamo abbastanza carichi e la bici ci sembrano avere la maneggevolezza di uno scooterone. Ma ci siamo abituati in fretta, nel primo sterrato leggero notiamo infatti come le bici siano stabili proprio grazie al peso che ne abbassa il baricentro.
Il primo obiettivo quindi è raggiungere la bellissima Treviso, i suoi canali e le mura dove fermarci per il pranzo.
Venezia Monaco: Treviso e la ciclabile del Fiume Sile
Questi primi 50Km ci hanno regalato un’anteprima della bellezza del tracciato che andremo a scoprire nelle giornate successive. Abbiamo pedalato lungo la pista ciclabile del fiume Sile, sospesi tra la laguna da un lato e il fiume dall’altro. Piccole oasi lungo la ciclovia permettono di ammirare tartarughe e uccelli protetti di vario tipo, si pedala vicino a scheletri di vecchie imbarcazioni in legno che sembrano enormi megattere. Infine l’arrivo a Treviso, la sua stupenda piazza, i mulini e le chiuse la rendono una città sospesa tra le acque, ma non solo. Conoscete la storia della famosa Fontana delle Tette? Costruita nel 1559, fino alla caduta della Serenissima nel 1797, riforniva vino gli abitanti e i passanti per celebrare l’elezione dei podestà. Da un seno sgorgava vino bianco, dall’altro vino rosso. Treviso: Città delle acque e del buon vino aggiungerei! 😁
Venezia Monaco in bici: Verso il Montello e Conegliano
Per sfuggire al caldo che iniziava ad essere opprimente ci siamo fermati per un panino al Parco degli Alberi Parlanti, adiacente alla città di Treviso. Protetti dagli alberi abbiamo recuperato un po’ di energie, mangiato, riempito le borracce e trascorso l’ora più calda della giornata prima di riaprire in direzione Montello. La ciclovia in questo secondo tratto è generalmente ben segnata ma ci siamo dovuti fermare varie volte in corrispondenza di incroci per la mancanza di indicazioni. Vi consigliamo quindi di prestare particolare attenzione alla strada. In meno di due ore raggiungiamo i piedi del Montello e costeggiandolo vediamo molte delle sue prese (le stradine che salgono parallelamente verso la vetta della collina).
Il caldo inizia ad essere meno asfissiante e anche il paesaggio è più caratteristico uscendo dalla pianura e dalle stradine di campagna percorse fin quel momento, ma si sa che il caldo a volte può annebbiare la vista…
Dopo qualche saliscendi mai impegnativi si raggiunge Nervesa della Battaglia, inizialmente si costeggia il Piave, poi lo si attraversa. Tante persone prendono il sole lungo le sue sponde o ne approfittano per rinfrescarsi dove la corrente è poca.
Nervesa della Battaglia, Il sacrario del Montello e il monumento a Francesco Baracca
Siamo in una zona estremamente importante della storia recente. Nervesa, dopo la Rotta di Caporetto e lo spostamento del fronte presso il Piave, venne infatti rasa al suolo dai combattimenti durante la Battaglia del Solstizio di giugno 1918, così durante il ventennio venne aggiunto al suo nome l’appellativo “della Battaglia”.
A seguito della Battaglia del Solstizio il Comune di Nervesa è stato insignito della Medaglia d’oro al Merito Civile:
«Centro strategicamente importante tra il Piave ed il Montello, durante la prima guerra mondiale, fu teatro di violenti scontri tra gli opposti schieramenti che causarono la morte di numerosi concittadini e la totale distruzione dell’abitato. La popolazione costretta allo sfollamento e all’evacuazione, nonché all’abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio in zone più sicure, tra stenti e dure sofferenze. I sopravvissuti seppero reagire, con dignità e coraggio, agli orrori della guerra e affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio»
Nella zona è visitabile il sacrario del Montello, un ossario che raccoglie le spoglie di 9.325 caduti italiani durante la prima guerra mondiale. Poco distante dal sacrario è facilmente raggiungibile il Sacello Francesco Baracca eretto proprio in onore del principale Asso dell’aviazione del Regio Esercito. Baracca è considerato il più grande aviatore della Grande Guerra, un asso a capo della 91a squadriglia “La Squadra degli Assi”. Soprannominato Asso degli Assi vinse più di 34 duelli aerei.
Curiosità: in onore alla sua Arma di appartenenza Baracca dipinse sul suo aereo un cavallino nero rampante. Anni dopo diventò il simbolo della Ferrari quando la madre di Baracca consegnò quel simbolo a Enzo. “Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna”. Effettivamente così è stato.
Venezia Monaco: Da Conegliano ai laghi di Revine Lago passando per Vittorio Veneto
Siamo arrivati a Conegliano verso le 18, dopo circa 100km dalla partenza. L’idea iniziale era di dormire in un piccolo campeggio, o meglio una rimessa camper della zona. Purtroppo però a causa delle normative anti contagio da Covid-19, il proprietario ci ha detto che i bagni non erano accessibili. Dopo un breve confronto abbiamo optato per rimetterci in marcia e raggiungere i laghi di Revine-Lago. Un posto caratteristico, un po’ lontano da tutto dove però la pace regna sovrana.
Il “Camping al Lago” è fuori dal percorso e abbiamo dovuto fare chilometri e dislivello extra per raggiungerlo, ma alla fine si è rivelata una scelta vincente. Ambio campeggio addirittura con piscina, bagni puliti, piazzole ombreggiate e un buon ristorante. Dopo 130km sotto il sole cocente, una bella doccia ci ha letteralmente ridato energia. Inoltre abbiamo dormito in riva al lago assaporando quella natura che ci avrebbe tenuto compagnia nelle giornate successive di viaggio.
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