Metti tre amici (Guido, Lorenzo e Michele), tre bici in letargo nei rispettivi garage e una domenica di inizio autunno con tempo sereno. Ok, fatta, approfittiamone per una pedalata – sì, ma dove? Proposta: un giro nella terra del Prosecco. E Strada del Prosecco sia.
L’appuntamento è in mattinata, non troppo presto, nella piazza del Comune di Pieve di Soligo, curato borgo nell’alta Marca Trevigiana, punto strategico da cui partire, in una direzione (Est) o nell’altra (Ovest), per esplorare ed ammirare quella terra nota per i suoi vigneti di uva Glera, ma non solo.
Da Pieve di Soligo a Valdobbiadene
Tempo di montare le bici, prendere un caffè, settare le app e si parte, con l’obiettivo di raggiungere Valdobbiadene e tornare indietro, magari allungando la strada del ritorno e compiere così un anello. La temperatura è perfetta, l’aria è fresca ma non troppo, il sole inizia a salire e a scaldare e, soprattutto, essendo domenica, il traffico è poco.
I primi chilometri sono pianeggianti, anche in leggera discesa, costeggiando le colline ricoperte di vigneti sulla nostra destra. Stiamo percorrendo la “strada bassa” del Prosecco. Tra una battuta e l’altra siamo pure veloci, le gambe sono fresche e l’energia è a 100. Superiamo Farra di Soligo e, giunti all’abitato di Fontana, teniamo la destra. Poco dopo la strada inizia a salire, affrontiamo lo “strappo di Guia” che ci porta nell’omonimo borgo. Qui proseguiamo a sinistra per immetterci sulla “strada alta“, un saliscendi incastonato tra le vigne, un continuo di aziende agricole e di curve con vista su queste colline famose in tutto il mondo. Più in lontananza la pianura veneta; il panorama è da cartolina.
Poco dopo il paese di Guia adocchiamo diverse insegne che indicano l’Osteria senz’Oste, locale unico nel suo genere e ormai famoso anche fuori dalla regione; ma ne parleremo meglio dopo. Decidiamo infatti di proseguire con l’idea di fermarci qui al ritorno. Da qui la strada inizia a scendere, una piacevole discesa non troppo ripida né tecnica che porta direttamente nel centro di Valdobbiadene, in Piazza Marconi di fronte al Duomo di S. Maria Assunta. Qualche istante di pausa e si riparte, dietrofront, risalendo per la stessa strada dell’andata fino a Guia. Per fortuna la salita è pedalabile, il peso delle ferraglie che stiamo pedalando inizia a farsi sentire, ma forse è solo l’assenza di allenamento.
Almeno la rivista ripaga lo “sforzo”, e finalmente giungiamo nuovamente nei pressi dei cartelli che segnalano l’Osteria senz’Oste. Li seguiamo per qualche centinaio di metri finché non arriviamo di fronte all’azienda Col Vetoraz, alla base del Colle del Cartizze. Non siamo gli unici; l’osteria è meta di avventori e turisti, com’è naturale che sia vista la sua popolarità.
L’Osteria senz’Oste
Lasciamo le bici tra le vigne e in pochi metri il sentiero ci porta all’osteria. Ma cos’è esattamente l’Osteria senz’Oste? Come recita il sito web, è un vecchio casolare, i cui proprietari decisero di adibire a “luogo di passaggio” dove trovare sempre una bottiglia di Prosecco e qualche salume a disposizione del “viandante”, senza appunto la presenza di un oste ma con invito a lasciare un’offerta per il bene consumato. Negli anni il servizio si è evoluto, ora si trovano distributori automatici di vino e cibi vari, ci sono delle casse, e anche qualche buon uomo a supporto dei clienti.
Col tempo si è evoluto anche il particolare “plateatico” dell’osteria: è ora possibile consumare un prosecco seduti letteralmente tra le vigne e in cima alla collina Cartizze. Che spettacolo unico!
Naturalmente non ci facciamo sfuggire il momento, prendiamo una bottiglia di spumante, un salame e soprattutto delle ottime uova sode da mangiare seduti ad un tavolo en plan air. E’ una meraviglia, un contesto che manderebbe in visibilio ogni turista! E infatti i prezzi non sono proprio a buon mercato, ma sicuramente adeguati all’esperienza.
Conclusa la sosta ci rimettiamo in moto, con qualche grado alcolico in corpo e una giusta dose di calorie, alla volta di Combai, Follina e oltre.
Sulla Strada Alta fino a Castelbrando
Ripartiti dall’Osteria senz’Oste torniamo a Guia tenendoci sulla “strada alta” e quindi tenendo la sinistra. Qui la strada è perlopiù in salita, mai troppo faticosa e perfetta per ogni cicloturista. I vigneti a destra e sinistra sono una costante che ci accompagna anche qui.
Superiamo il borgo di Combai, noto per i suoi marroni e per la festa che ogni autunno viene a loro dedicata. Passato il paesino, la strada scende ripidamente. Passiamo Follina, altro piccolo borgo storico, dove termina la discesa e la strada riprende ad essere pianeggiante o in leggero falsopiano.
Fatto qualche chilometro ci accoglie Cison di Valmarino, con il suo splendido Castelbrando, castello medievale restaurato recentemente e che, dall’alto del paese, domina la vallata. Ne approfittiamo per un’intrusione tra le suggestive viette di Cison – che in agosto ospitano la nota fiera “Artigianato Vivo“ – per poi salire al castello, sede di un albergo (e sede del primo G8 sull’agricoltura). Lo strappo fino al castello è breve e ripido. Qualche minuto di respiro, un paio di foto e i ricordi di Michele vanno alla sua band storica i BDPC, che qui si esibì mille anni fa. Forse era davvero il secolo scorso.
Il Molinetto della Croda
Da Castelbrando ci involiamo velocemente a Cison e da qui ci rimettiamo sulla strada proseguendo verso Revine Laghi. Poco prima dei laghetti svoltiamo a destra, la strada sale nuovamente, passiamo Tarzo, la strada ora scende. Decidiamo che vale la pena passare per Refrontolo, così improvvisiamo una scorciatoia prendendo una stradina sulla destra. Decisione ardita in quanto ci troviamo di fronte ad una nuova salita, questa volta sì impegnativa – i km fatti fin qua iniziano ad essere molti e le energie sempre meno. Poco male, scolliniamo e seguiamo le indicazioni per il Molinetto. Attraversiamo in discesa l’unico tratto sterrato di giornata e arriviamo poco dopo al noto Molinetto della Croda. L’incantevole molino storico, incastonato tra rocce e pendii, riceve l’acqua che scende dal torrente soprastante creando una cascata e un laghetto naturale più che suggestivo, ambito in ogni periodo dell’anno da ammiratori locali e turisti.
Il ritorno a Pieve di Soligo e l’attesa birra
Dal molinetto ripartiamo per i chilometri finali di questa giornata sui pedali. Superiamo Refrontolo per poi scendere verso Pieve di Soligo, nostro punto di partenza. Il sole ormai sta tramontando, e così arriviamo alle macchine con un tempismo perfetto e assolutamente non calcolato.
Orologio e app alla mano, abbiamo percorso 65km in circa 5h comprensive di soste e pause, per un dislivello totale di oltre 1.000m in salita.
Smontate e rimesse via le bici, restiamo in compagnia ancora qualche minuto seduti al bar del paese in compagnia di una birra e di un toast, che hanno il sapore del premio di fine giornata consegnato ai tre ciclisti arrivati primi e ultimi lungo la Strada del Prosecco.
Sintesi
Dove | Strada del Prosecco (TV) |
Partenza | Pieve di Soligo (TV) Google Maps: https://goo.gl/maps/cGCdHuFWGfbcZinAA |
Quando | Tutto l’anno ma consigliato in autunno/primavera |
Durata | Circa 5h con abbondante pausa all’Osteria e al Molinetto |
Distanza | 65km |
Dislivello | 1000m+ |
Difficoltà | Non difficile – ma sconsigliata a chi ha poco allenamento |
Tipologia di strada | Asfalto, a parte un paio di km di sterrato poco prima del Molinetto |
Attrezzatura | Bici da treking / gravel, casco, guanti e zainetto da 10L |
Viveri | Frutta e acqua – uovo sodo, salame, prosecco – all’otsteria! 🙂 ) |
La traccia GPX dell'anello del prosecco, Valdobbiadene, Osteria Senz’Oste e Molinetto della Croda
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Buongiorno, ho appena scaricato le coordinate GPX….koomot non le supporta … Peccato