A cavallo tra Alta Badia e Val Gardena, nel Gruppo del Sella, si trova la via ferrata Tridentina, percorso attrezzato che non può mancare nel taccuino di ogni appassionato di montagna. La ferrata in sé non presenta particolari difficoltà tecniche ed è quindi adatta anche a chi è alle prime esperienze, meglio se accompagnato da attenti conoscitori della disciplina.
In questo articolo la proponiamo assieme all’ascesa escursionistica al Piz Pisciadù (2.985m), vetta che offre uno dei panorami a 360° più intensi di tutto l’arco dolomitico, e successivo ritorno per la Val di Mezdì.
La ferrata Tridentina
L’attacco della ferrata si può raggiungere partendo dalla sommità del Passo Gardena (sentiero 666) o, preferibilmente, dal parcheggio situato lungo la strada del passo, sul versante di Colfosco in Alta Badia (sentiero 29A). In questo secondo caso, l’inizio della ferrata vera e propria è preceduto da un primo breve tratto attrezzato.
L’attacco della ferrata Tridentina si trova ai piedi della parete rocciosa del Sella, sulla destra delle cascate del Rio Pisciadù, particolarmente rigogliose e suggestive in tarda primavera / inizio estate.
Dal punto di vista tecnico, la ferrata si può considerare di livello medio-facile, mai particolarmente esposta e sempre ben sicura. Il materiale è in buono stato e la roccia sempre ben compatta, in diversi tratti levigata dalla decennale frequentazione umana. Proprio per l’affluenza in alta stagione raccomandiamo di non attaccare la ferrata negli “orari di punta”, ossia a metà mattinata, per evitare di trovarci nel mezzo di frequenti code in parete, prima o dopo di noi. Suggeriamo quindi di partire la mattina presto o nel primo pomeriggio.
Il tratto più suggestivo è senz’altro quello conclusivo, dove un ponte sospeso tra le rocce ci regala un’incredibile visuale nel mezzo della fessura di fronte a noi.
La ferrata Tridentina si conclude poco dopo il ponte dal quale, in pochi minuti, raggiungiamo il bel Lago Pisciadù e il Rifugio Franco Cavazza (2.587m).
In vetta al Piz Pisciadù
Dopo una breve sosta sul terrazzo del Rifugio Franco Cavazza e qualche istante al sole sulle sponde del Lago, rimessa via l’attrezzatura da ferrata, ci rimettiamo in marcia in direzione della cima del Piz Pisciadù. L’ascesa alla cima è interamente percorribile a piedi.
Il primo tratto dell’ascesa si svolge lungo il ghiaione ai piedi della parete rocciosa del Pisciadù, a sinistra del Lago, per poi affrontare alcune roccette da superare agevolmente con l’aiuto di un cavo metallico. In seguito la salita continua dolcemente sul pietre e ci porta nei pressi di un piccolo bacino naturale, in corrispondenza del quale si trova un bivio:
- proseguendo dritti è possibile raggiungere direttamente il Piz Boè;
- tenendosi a sinistra si sale alla Cima Pisciadù.
Noi ci teniamo sulla sinistra. Da questo punto in poi l’ascesa si fa un po’ più ripida e impegnativa, vuoi per la stanchezza accumulata finora, vuoi per la quota che inizia a farsi sentire. La progressione è prima su gradoni di roccia e poi su fondo di ghiaia mista a detriti, costantemente circondata da una visuale stupefacente: alle spalle iniziamo a intravedere il Piz Boè, mentre sulla destra abbiamo le splendide cime di Mezdì.
Teniamo duro e in poco tempo possiamo finalmente scorgere la croce di vetta, che raggiungiamo nel giro di qualche minuto. Il panorama dalla cima del Piz Pisciadù, a mio giudizio uno dei più belli di tutte le Dolomiti, contempla le cime del Gruppo delle Odle, del Sassolungo e Sassopiatto, del Catinaccio, delle Dolomiti Ampezzane, solo per citarne alcune.
Il ritorno per la Val di Mezdì
Il primo tratto del ritorno ripercorre in discesa il sentiero fatto all’andata fino al Lago Pisciadù. Da qui ci teniamo a destra seguendo il sentiero con segnavia 676. La discesa richiede attenzione e piede fermo nel breve tratto in cui dovremo scendere alcune rocce con il supporto del cavo metallico.
Successivamente il sentiero si fa meno tecnico e più piacevole, in larga parte su ghiaia e rocce. In circa un’ora ci ricolleghiamo al sentiero 651 che scende lungo la Val di Mezdì, che nella stagione invernale è una vera e propria mecca scialpinistica. Si prosegue per qualche centinaio di metri finché, ad un bivio poco segnalato, possiamo piegare a sinistra, attraversando il torrente e immettendoci sul segnavia 29B.
L’ultimo tratto dell’escursione ha luogo nel bosco ai piedi delle pareti rocciose del Gruppo del Sella e ci riporta ai piedi dell’attacco della ferrata Tridentina, da dove in pochi minuti torniamo al punto di partenza. Ci godiamo una volta ancora la bellezza di questo luogo, le cui montagne a quest’ora iniziano a vestirsi del colore del tramonto, con la voglia di ritornarci appena possibile.
Scheda tecnica
Dove | Gruppo del Sella |
Cartografia | Tabacco n. 05 |
Parcheggio | Google Maps: https://goo.gl/maps/TtXL8jNGd5mJccL39 |
Quando andare | Da luglio a ottobre |
Difficoltà | Media |
Lunghezza | Circa 9km |
Dislivello | Circa 1.300m |
Cosa portare | Attrezzatura da ferrata, zaino da 20-30L, acqua (nei pressi del Rifugio F. Cavazza si trova una fontana gratuita) |
Rifugi e punti ristoro | Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù |
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Che bel giro Lorenzo! Mi hai fatto venire voglia di andarci appena possibile!
Grazie Arturo!