In bici in Baviera. Venezia – Monaco: tappa 6

Sesta e penultima tappa della cicloavventura da Venezia a Monaco. Da Innsbruck a Arzbach, in bici in Baviera, tra salite impegnative, laghi e boschi.

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La sesta e penultima tappa della nostra ciclo-avventura partita da Venezia lascia il Tirolo per entrare nel pieno della Baviera e parla interamente tedesco. Nonostante le fatiche e il caldo dei giorni precedenti, la prospettiva di queste due ultime giornate di bici in Baviera ci da tutta l’energia di abbiamo bisogno per affrontare le ultime salite della ciclovia, sulla carta le più difficili.

La mattinata di metà giugno a Innsbruck è particolarmente calda, come le precedenti e come lo sarà la successiva. Il sole picchia forte sulla bellissima città tirolese, ricca di storia, arte e vita. Innsbruck – ricordiamolo – è anche una delle capitali sportive dell’Europa centrale: le montagne circostanti offrono molto per gli sport invernali ed estivi.

Abbiamo approfittato dei comfort dell’hotel Das Innsbruck per una notte riposante e una colazione da capogiro. Siamo stati degni avventori del variegato buffet dolce e salato: yogurt, crostata, panini con prosciutto e formaggio, uova strapazzate, pane e nutella… Ci ricorderemo per molto di questa colazione spaziale.

Da Innsbruck al Lago Achen

Prendiamo le bici dalla rimessa dell’albergo, pronti per rimetterci in marcia in direzione nord-est. Il percorso della ciclovia passa proprio accanto all’hotel, lungo il fiume Inn. Lungo la ciclabile usciamo velocemente dal centro storico. La periferia lascia poi il posto alla zona industriale: certamente non è il tratto più suggestivo della ciclovia.

Percorrendo la pianura a nord-est di Innsbruck si passa per la cittadina di Wattens, che ospita il quartier generale di Swarovski. Passiamo velocemente per il giardino dell’omonimo museo, tra piscine e giochi di luce.

Il parco del Museo Swarovski
Il parco del Museo Swarovski

Lasciata Wattens proseguiamo sempre in direzione nord-est, sempre in piano, fino a raggiungere l’abitato di Jenbach. Arriviamo ben preparati, sapendo cosa ci aspetta: a Jenbach ha inizio la durissima salita che porta al Lago Achen (Achensee). Nell’aria c’è un po’ di tensione, ci riforniamo bene di frutta, carboidrati e acqua fresca prima di intraprendere le rampe della salita. Non siamo stati particolarmente furbi: affrontare l’ascesa nelle ore centrali di questa calda giornata non è stata la scelta ideale! Ci facciamo forza a vicenda, “in bocca al lupo”, “ci vediamo su” ci diciamo.

La salita si rivelerà sì tosta, ma in fin dei conti breve e fattibile. Dopo un primo tratto su fondo asfaltato la strada si fa sterrata e si immerge nel bosco. Qualche rampa irta intervallata da tratti più abbordabili, brevi rettilinei e tornanti ci portano finalmente al paesino di Eben, 400 metri più in alto.


Ci ritroviamo alla gasthof nel paesino per mangiare qualcosa e riprenderci dallo sforzo. Una birra radler è ciò che ci vuole. Nel frattempo siamo in contatto con Alessio, che avevamo lasciato a Innsbruck la sera precedente presso un altro albergo. Anche Alessio sta affrontando la salita, ma per colpa delle indicazioni di qualche locale trovato sulla strada, si è ritrovato sul sentiero escursionistico..! Poco male: riusciamo a capirci e a ritrovarlo, così da ripartire nuovamente in tre.

In pochi chilometri giungiamo sulla riva meridionale del Lago Achen, un lago evidentemente molto popolare in questa regione e molto affollato. Da qui, la ciclovia prosegue lungo le sponde del lago, che si stringe e si allunga verso nord. Pedalare in questo contesto e con questa vista è spettacolare!


In bici in Baviera: dal Lago Achen ad Arzbach

Superata la sponda nord del lago, il paesaggio cambia ulteriormente. La ciclovia si immerge nei boschi selvaggi che segnano il confine tra Tirolo e Baviera, tra Austria e Germania. Da qui all'”arrivo di tappa” l’itinerario sarà prevalentemente su fondo sterrato, in continui saliscendi che alla lunga mettono a dura prova le gambe in salita, e la concentrazione in discesa. Il cielo si è annuvolato ma sembra non piovere, immersi nella natura incontriamo pochissime persone. Superiamo nell’anonimato il confine tra i due Paesi, non ci sono posti di blocco. La vegetazione è fitta e la sensazione di libertà raggiunge in questo luogo il suo apice.

Passiamo per lo splendido Lago Sylvenstein, per poi riprendere il percorso del fiume Isar, che ci porterà fino a Monaco il giorno successivo.


In poco tempo raggiungiamo il paesino di Lenggries, dove avevamo individuato un paio di possibili campeggi. A pochi chilometri dal primo dei due camping, accade l’imprevedibile: 4 delle 5 viti che tengono saldata la corona anteriore piccola della bici di Alessio si sono staccate, cosicché la coroncina è “libera” e, incastrandosi tra il pedale e il telaio, non permette neppure di pedalare!

Nel mentre scopriamo che il primo campeggio era una mera rimessa per camper. Ci tocca proseguire fino al secondo camping, qualche chilometro oltre. Con le ultime energie riusciamo anche a trainare Alessio, raggiungendo finalmente l’Alpen-Campingplatz Arzbach dove possiamo montare le tende su una piccola piazzola dedicata ai “tendisti” a ridosso del bosco. Con le tende ci siamo solo noi tre e un signore tedesco, 72 anni, partito in bici da Monaco due giorni prima con l’intenzione di raggiungere la sua compagna italiana a Padova e la consapevolezza che forse sarà meglio prendere il treno per affrontare da solo tutte quelle salite e quei chilometri.

Il bello di questa esperienza è anche il poter conoscere persone accumunate dallo stesso obiettivo o dalla stessa passione per l’avventura on the road.

Dopo esserci lavati e riassettati, ci godiamo una cena coi fiocchi nella taverna del campeggio: ottimi piatti di carne, patate e tanta birra, allietati dalle musiche tradizionali di un piccolo coro in costume bavarese.

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