La quinta tappa della nostra Venezia – Monaco in bici ci porta a Innsbruck. Dopo quattro giornate trascorse in Italia pedalando dalla laguna di Venezia all’Alta Valle Isarco, passando per la Valle del Cadore, Cortina e la Val Pusteria, ci troviamo a una importante svolta del nostro viaggio. Il confine italiano è vicino e in questo periodo le frontiere sono chiuse a causa del Coronavirus.
Da Vipiteno a Brennero
La giornata di bel tempo dopo la pioggia della notte parte in modo differente dal solito. C’è qualcosa di diverso nell’aria e non riguarda solo il meteo. Sappiamo infatti che ci attendono 20km di salita prima di Brennero e del confine dove lasceremo l’Italia. Affronteremo il Tirolo, con i suoi bei paesaggi e l’incognita pandemia. Abbiamo meno chiari i dislivelli e le distanze, non sappiamo quindi bene cosa aspettarci.
La salita verso Brennero segue in gran parte il percorso di una vecchia ferrovia. La salita è costante ma a parte alcuni strappi, mai impegnativa. Il panorama sulle Alpi è comunque gratificante e il percorso costeggia in alcuni punti l’ancora piccolo fiume Isarco.
Arrivati a Brennero il sole e il caldo cocente che ci hanno tenuto compagnia dall’inizio del viaggio, iniziano a farsi sentire come sempre. Ne approfittiamo per una pausa merenda con frutta e per riempire le borracce, quindi avviarci verso il confine.
La polizia austriaca ci ferma alla frontiera per chiederci informazioni sul viaggio e sul tampone/vaccino. Dopo aver spiegato la nostra intenzione di fare il tampone a Innsbruck perché diretti a Monaco nelle 48 ore successive e avere quindi un pass valido anche per il confine tedesco, ci ha lasciato passare. Eravamo in regola perché ci eravamo studiati la normativa sul sito viaggiaresicuri.it dell’unità di crisi della Farnesina, ma non vi nascondiamo un momento di tensione, specie sotto lo sguardo attento e corrucciato del poliziotto che sembrava avere intenzioni ben diverse…
Il saliscendi nel cuore del Tirolo
Appena passato il confine termina la ciclabile e inizia un tratto di strada promiscuo ma poco trafficato in grande pendenza. Nella lunga discesa Il senso di libertà provato è stato tra i più forti di tutto il viaggio e forse non solo. 20km di discesa divertente e a tratti ripida con l’esaltazione di avercela fatta a superare le Dolomiti, le grandi salite e il confine. Ora avremmo proseguito pedalando verso il non conosciuto. Se già i primi giorni erano un’avventura, l’idea di essere in un paese straniero rendono ora il nostro viaggio ancora più avvincente e ricco di incognite.
In questo tratto di strada mancano le indicazioni. Abbiamo infatti sbagliato percorso un paio di volte. Ritrovate le indicazioni, nella parte terminale della discesa ci siamo accorti che i cartelli sono ora di colore verde e non più marrone come in Italia.
Dopo un brevissimo tratto pianeggiante e aver attraversato un viadotto con i consueti lavori in corso, si raggiunge Waldfrieden. La strada da qui torna a salire, ci fa compagnia un saliscendi con la ciclabile disegnata a terra all’interno della sede stradale. Fortunatamente il traffico è poco e gli unici incontri sono stati con qualche autobus e con altri ciclisti.
Siamo finalmente nel cuore del Tirolo, il paesaggio è maestoso e imponenti montagne si stagliano dinnanzi a noi.
La discesa in bici verso Innsbruck
Arrivati all’abitato di Patsch e presi dall’euforia per l’ennesima discesa, complici anche i pochi cartelli presenti, abbiamo perso la ciclabile e ci siamo ritrovati all’ingresso dell’autostrada! Dopo 3km e un centinaio di metri di dislivello in salita per tornare a riprendere la ciclabile, lo sconforto iniziale ha lasciato subito posto ad una grande risata… Un detto dice: “Chi non ha buona testa ha buone gambe!” 😅
Ripresa la ciclovia con 10km di discesa molto ripida abbiamo raggiunto in bici Innsbruck. Il paesaggio incontrato fin qui è degno della nomea che si porta dietro.
A Innsbruck non è possibile dormire, nè mangiare o bere una birra fuori se non in possesso del tampone non più vecchio di 48 ore o del Green Pass vaccinale. Fortunatamente l’organizzazione austriaca si è dimostrata all’altezza della fama. In 15 minuti, senza coda presso il centro commerciale di Maria-Theresien-Straße, abbiamo potuto fare gratuitamente il tampone e ci è stato rilasciato il certificato che ci ha permesso di godere della città in piena libertà.
Mentre stavamo bevendo una meritata birra ci ha contattato e raggiunto Alessio, il ragazzo di Ancona conosciuto giorni prima a Pieve di Cadore. Abbiamo fatto tappe diverse: noi di lunghezza costanti, lui alternando pedalate lunghissime a pedalate brevi. Ad ogni modo l’aperitivo e la cena insieme ci hanno permesso di gettare le basi per il proseguo della pedalata, certi del fatto che ora saremmo stati in 3!
È bello conoscere persone lungo un viaggio di questo tipo. Se ci si incontra in queste circostanze è perché si è simili: stesse aspettative, stesse difficoltà, stessi dubbi e stessa visione delle cose.
Poche ore di chiacchiere ed è stato come se ci conoscessimo da una vita.
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