Non credo che la via “Fante di cuori” sulla parete sud del Piccolo Lagazuoi sia ripetuta tanto quanto le vicine cugine “Odio la guerra” o “Orizzonti di Gloria”. L’arrampicata spesso tecnica e impegnativa su roccia gialla e liscia si alterna a tratti più fisici in leggero ma continuo strapiombo.
La via – classificabile come via moderna a spit – è stata aperta dalla guida alpina ampezzana Mario “Moro” Dibona e per certi versi si discosta da altre sue vie moderne. Personalmente, al di là del grado, l’ho trovata decisamente sostenuta. A caldo ho pensato “su questa via non ci tornerò” ma, riflettendoci, non mi dispiacerebbe ripeterla per provare a liberarla – fatta eccezione ovviamente per il tratto di A0 del quinto tiro.
L’avvicinamento
Lasciare l’auto nei pressi della funivia del Lagazuoi (apri su Maps) (dal 2022 il parcheggio vero e proprio della funivia è a pagamento), si sale inizialmente lungo il tracciato della pista da sci per poi piegare a sinistra su traccia ben evidente attraverso mughi e poi ghiaione. Si prosegue per 10/15 minuti e, giunti all’altezza dell’attacco, si lascia il sentiero e si taglia dritti verso la parete su percorso non segnato. L’attacco si trova qualche decina di metri a sinistra di “Odio la guerra” ed è contrassegnato da una targhetta metallica. In totale 25 minuti.
Fante di cuori – la via
- L1: a 10-15 metri dalla partenza ci si sposta sulla sinistra del vago diedro per poi affrontare un passaggio delicato prima degli ultimi metri più facili. 6a.
- L2: placca continua su roccia mista, grigia e gialla. 6a+.
- L3: tiro impegnativo con singolo boulder (anche 7a) poco dopo l’inizio. 6c/7a.
- L4: dopo un primo traverso orizzontale verso destra, si sale l’evidente fessura su roccia grigia spesso umida, in leggero ma continuo strapiombo. Ultimi metri su placca non banale in obliquo verso destra. 6b+.
- L5: placca gialla liscia e molto tecnica in leggerissimo strapiombo con passaggi da azzerare obbligatoriamente nella prima metà (altrimenti probabile 7b/7c o più). Seconda parte meno impegnativa. 6c e A0.
- L6: un primo tratto delicato e impegnativo porta su una piccola cengia sotto una bombé da superare con movimenti lunghi ma comunque ammanigliati. Tiro più bello della via, 6c.
- L7: ultime difficoltà sui primi 10 metri del tiro con passaggi tecnici, poi facile. 6b.
- L8: lunghezza conclusiva e semplice che raggiunge la cengia Martini sulla quale si sosta su singolo spit su grande masso. IV, III.
Discesa
Rientro verso destra (viso a monte) lungo gli affascinanti resti delle postazioni militari italiane sulla cengia Martini. 45 minuti.
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