Siamo ancora alle prese con questo maledetto virus ma il Veneto e il Trentino sono in fascia gialla, le giornate sono splendide e non fredde e così decido di dare un’occhiata ad una zona del Lagorai che non conosco e in particolare al Monte Cauriol.
Ho sempre un po’ snobbato queste montagne a favore delle più blasonate Dolomiti ma un’escursione di qualche tempo fa al Monte Totoga, la cima che sovrasta la chiesetta di San Silvestro in Primiero ha acceso il mio interesse. Dalla sommità del Monte Totoga, infatti, si ammira la valle del Vanoi e in fondo spicca questa cima appuntita che attira subito la mia attenzione; sento che sarà il mio prossimo obiettivo.
Tentativo n. 1 – Inizio novembre 2020
Non ho la carta del Lagorai, con un po’ di sufficienza mi baso sulle notizie e relazioni di salita trovate in internet e così mi ritrovo al parcheggio di Refavaie tentando di ricordare quello che ho letto, il cellulare non prende e così sbaglio subito strada; invece di imboccare il sentiero giusto mi incammino lungo il Vanoi, proseguo a lungo in piano ed inizio così ad avere le idee poco chiare – come mai non ci sono i soliti rassicuranti segni di sentiero CAI e non si sale di quota? – mah!
Finalmente una strada sterrata di nuova costruzione, probabilmente per il trasporto del legname degli schianti della tempesta Vaia, mi fa prendere quota e mi porta alla malga Laghetti, mi accoglie il sole ed una magnifica vista sull’innevato versante Nord di Cima d’Asta.
Di segni di sentiero nemmeno l’ombra, incontro dei cartelli strani non CAI che indicano “Chiesetta degli Alpini” e “Cauriol” e sempre più dubbioso li seguo, ma quasi subito trovo l’esile traccia interrotta dagli alberi caduti. Vado avanti, torno indietro, scendo risalgo e così la mia confusione non fa che aumentare.
Ne ho abbastanza, sono già passate diverse ore, decido di lasciar perdere – tra l’altro non voglio rischiare inutilmente – sto pagando la mia presunzione e sufficienza. Mi riprometto di tornare sul Monte Cauriol più preparato e correttamente documentato. In montagna, d’altra parte, non sempre le cose riescono la prima volta.
Tentativo n. 2 – metà novembre
Fino a Passo Sadole
Finalmente studiata la cartina, tutto mi diventa più chiaro. Arrivo all’alba al parcheggio Refavaie, imbocco correttamente e sicuro il sentiero CAI 320 che con bell’andamento mi porta velocemente alla malga. La giornata è ancora più bella, non fa freddo, lascio perdere i cartelli dell’altra volta ma continuo semplicemente seguendo la sterrata sotto la malga; in località Sassoi le ottime indicazioni mi indirizzano a destra per Passo Sadole.
Sarebbe già gratificante e di soddisfazione arrivare al passo e poter vedere al di là, il versante della Val di Fiemme; in ogni caso già 1.000m di dislivello. Mi sento bene, continuo passo la bella Busa di Sadole sovrastata dal Piccolo Cauriol, ho di fronte il passo e con un ultimo strappo arrivo alla forcella.
Il panorama è aspro, selvaggio, c’è uno strato di neve, di fronte l’innevata cima di Litegosa e la sempre presente cima d’Asta, ben evidenti i segni della Grande Guerra. I combattimenti per la conquista del Monte Cauriol nel lontano agosto 1916 sono stati sanguinosi, l’assurdità della guerra in questi luoghi di silenzio, meravigliosi, assume un’evidenza stridente.
Alla cima del Monte Cauriol
I cartelli indicano il percorso verso il Monte Cauriol per la cosiddetta Via Italiana, il sentiero si sviluppa sotto il Piccolo Cauriol, versante Sud, al sole, non c’è neve e allora continuo seguendo la traccia a mezza costa su pendio ripido dove è meglio avere piede fermo. Aggiro il Piccolo Cauriol con qualche ripido salto, passo la nascosta Busa delle Neve, una valletta solitaria e con un ultimo ulteriore faticoso strappo raggiungo la Selletta Carteri, dedicata all’ufficiale Attilio Carteri, qui caduto durante l’attacco portato dagli alpini alla cima. Siamo a circa 2.340m, dall’altro versante innevato arriva la cosiddetta Via Austriaca.
Si apre la visuale sulla Val di Fiemme, in fondo l’abitato di Predazzo, il Latemar e le Dolomiti Fassane, splendido. La stanchezza ora si fa sentire, ho già quasi 1.300 metri di dislivello alle spalle ma la cima è vicina, solo altri 150 metri. Risalgo il pendio occidentale del Monte Cauriol tra massi, qualche tratto di arrampicata facile, della neve non pericolosa; anche qui segni evidenti della guerra. Finalmente raggiungo la cima con la sua piccola croce di ferro e un paio di targhe in onore degli alpini caduti.
Siamo a 2.494 metri di altitudine, il panorama grandioso a 360 gradi mi ripaga dello sforzo fatto: Pale di San Martino, Dolomiti Fassane, Latemar, Brenta, Ortles .. continuo a guardarmi attorno, sento un senso di leggerezza e soddisfazione. Non è certo un’impresa alpinistica straordinaria ma trovarmi qui da solo in questa stagione mi fa sentire in armonia con me stesso e l’ambiente che mi circonda, una montagna aspra e solitaria che mi entra nel cuore.
Tornerò di certo per conoscerla meglio.
Sintesi
Data | 12 novembre 2020 |
Dove | Catena del Lagorai, Trentino |
Parcheggio | Nei pressi del Rifugio Refavaie https://goo.gl/maps/hffNSyXGrvF6zaxVA |
Carta Tabacco | 014 |
Difficoltà | EE |
Dislivello | 1.400m |
Sentieri CAI | 320, 302 da Passo Sadole |
Relazione dell’ascesa alla cima del Monte Cauriol sul Gruppo del Lagorai – a cura di Mauro Lovison, papà di Lorenzo
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